Più che ragionare sui significati che si danno convenzionalmente ai concetti di vuoto e di pieno, questo progetto vuole darne un'interpretazione meno astratta, legata a luoghi e tempi "quotidiani". Il progetto fotografico si basa in particolare sulla componente temporale, che stabilisce, nel suo spontaneo trascorrere, un cambiamento delle condizioni iniziali univoche dettate dalla componente spaziale. La porta è il simbolo per eccellenza del confine, del limite fisico che condiziona il nostro muoverci nello spazio, il trascorrere delle ore è invece ciò che ci rende capaci di stabilire se quello spazio sia pieno o vuoto, statico o in movimento, unico o multiplo, perché ogni condizione è il risultato di un'evoluzione progressiva.
Mantenendo quindi fisse le coordinate spaziali (la porta), ma variando i tempi degli scatti fotografici, si nota come lo stesso spazio, statico e vuoto, sia in realtà soggetto di variazioni di interpretazione: il vuoto iniziale appare pieno se confrontato con la vista finale, la staticità del luogo diviene ricca di movimento nel suo variare temporale, la pienezza cromatica contrasta con la compattezza del buio, a sua volta interpretabile come pieno o vuoto.
Le fotografie sono state scattate ogni 2 ore dalle 12.00 alle 24.00, e disposte in successione per sottolineare l'identità concettuale del progetto.
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