Fino a qualche tempo fa non mi era mai capitato di pormi interrogativi riguardo lo spazio e la sua percezione. Ero sicuro di sapere con esattezza cosa fosse, come se qualcuno( genitori, docenti, ecc. ) mi avesse spiegato chiaramente cosa riguardasse.
In fondo si tratta di un'entità con la quale, per quanto possa risultare astratta in determinate occasioni, ci troviamo a stretto contatto ventiquattro ore al giorno. Sarà per questo che nella maggior parte dei casi lo si ritiene un concetto assimilato, senza dedicargli, di conseguenza, l'attenzione che merita.
A questo punto, avendo maturato innumerevoli perplessità al riguardo, in particolare per quanto riguarda il concetto di spazio pieno/spazio vuoto, ho deciso di sviluppare una serie di ragionamenti su quest'ultimo, partendo dalla più generica ed oggettiva delle definizioni, ovvero quella che è possibile trovare sul vocabolario.
SPAZIO: Entità nella quale sono collocati i corpi.
Di conseguenza: _ Per definizione lo spazio è pieno
_ Ciò che riempie lo sazio lo rende utile, gli da un senso
_ Non esiste uno spazio inutile
_ Anche dove l'occhio non incontra ostacoli, l'effetto prospettico
limita lo spazio
_ L'uomo non è in grado di concepire uno spazio infinito
_ Sentiamo il bisogno di suddividere lo spazio
Quindi, se lo spazio per definizione risulta essere sempre pieno, per determinare uno spazio vuoto almeno sotto forma di concetto astratto,ho deciso di analizzarlo considerando il ruolo che gioca in ognuno di noi la sfera delle emozioni.
Essendo per l'uomo impossibile concepire uno spazio infinito, e sentendo di conseguenza la necessità di suddividere quest'ultimo in più spazi, la città stessa in cui ci muoviamo risulterà essere un'agglomerato di spazi( Borghi, quartieri, strade, abitazioni, ecc. ) che attraversiamo quotidianamente in modo distratto per giungere e soffermarci solamente in quello in cui la nostra presenza abbia uno scopo. Ad esempio, nel momento in cui uscirò di casa per incontrare un amico in un locale, percorrerò strade e attraverserò piazze, le quali nonostante risulteranno essere piene di gente( da un punto di vista oggettivo o dal punto di vista delle comitive di amici che si sono ritrovati in questo luogo), da me verranno percepite come vuote poichè la mia presenza in quell'ambito non sarà giustificata da nulla se non dal mio transitarvi per giungere in un luogo differente dove la mia presenza sarà giustificata dalla motivazione che mi ha spinto a raggiungerlo, ma soprattutto nel quale avrò interesse a stare. Quindi tale spazio sarà, una volta incontrato il mio amico, pieno, pieno di familiarità, di abitudini e di intreressi; mentre quelli attraversati risulteranno ai miei occhi vuoti, vuoti di ciò che a me interessa nel preciso istante in cui mi trovo a viverli.
Per rendere al meglio il concept ho utilizzato 3 scatti fotografici:

Questo primo scatto è stato effettuato da un mio amico, il quale ha giustificato la sua presenza nel luogo in questione mettendo a fuoco solamente su di me, essendo io l'unico di sua conoscenza tra le persone inquadrate.

Qest'altro scatto è stato fatto da me con la medesima tecnica e ragionamento nell'eseguire la foto.

Quest'ultimo scatto è stato effettuato da un passante, che si trovava in questo luogo solamente di passaggio, per giungere appunto in un altro ambito. Dato che quest'ultimo risultava completamente estraneo al contesto non ha messo a fuoco su nessun soggetto.