può assumere significati che prescindono dal loro contenuto puramente fisico di oggetti, basandosi su concezioni mentali e premesse culturali che influenzano il nostro stato d’animo ponendo in evidenza e facendo quindi emergere delle condizioni che assumono un’interpretazione del tutto soggettiva.
Basandomi su tali premesse assume fondamentale importanza domandarsi
il motivo dell’esistenza di uno spazio.
“Uno spazio esiste per essere fruito (in vari modi), quindi per essere vissuto”
Uno spazio vuoto
può essere associato ad uno spazio non vissuto, uno spazio vergine,
oppure uno spazio privo di “anima”.
Uno spazio pieno
è uno spazio vissuto, uno spazio a cui è stata conferita un’anima.
Può essere accogliente o meno, ma comunque esprime un qualcosa in negativo o in positivo, può essere interpretato, ha dei contenuti legati al tempo e all’irrazionalità.
In conclusione associo:
Lo spazio pieno
(spazio pieno di vita, di esperienza, di segni che lo ricordano)
Lo spazio vuoto
(spazio privo di vita, privo di esperienza, uno spazio puro,
che non ha nulla da raccontare)
L’aspetto sorprendente consiste nel fatto che le foto scattate da inquadrature differenti raccontano in questo caso sempre qualcosa di nuovo.
Suscitano quindi nuove emozioni del tutto soggettive, in cui si percepisce la forte componente temporale che caratterista il progetto e permette di distinguere uno spazio pieno da uno spazio vuoto.
Sarebbe stato sufficiente pubblicare anche solo le prime due foto
per esprimere l’aspetto concettuale del pieno e del vuoto in questione,
ma per il motivo sopra indicato ho deciso di comprendere nel progetto il resto delle foto.
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