In particolare ho preso in esame la mia stanza che ho sottoposto a vari scatti (precisamente 3 scatti per le due tipologie di spazio) effettuati da precise angolazioni, una volta fotografando la stanza con tutto ciò che mi appartiene: oggetti vari, cuscini, foto ecc , una volta completamente svuotata delle mie cose.
La precisazione che occorre fare è che lo studente fuori sede non appena affitta
la stanza la trova già parzialmente arredata di scrivania, armadio, libreria, letto e mobiletti vari,ma considera comunque quella stanza vuota, anche se oggettivamente non lo è. Ciò accade perchè lo studente associa l'arredo già esistente nella stanza come parte integrante della stessa.
Nel caso della mia stanza infatti,l'ho svuotata lasciando le cose che a me non appartenevano e sono arrivata alla conclusione che anche agendo direttamente sullo spazio il concetto di vuoto non corrisponde necessariamente al significato letterale del termine e lo stesso vale per il concetto di pieno.

Cercando di approfondire meglio tale questione ho deciso di soffermarmi su questo argomento.
LA CAMERA
"Conservo una memoria eccezionale (..), di tutti i luoghi in cui ho dormito.
Per alcuni mi basta semplicemente, quando sono a letto, chiudere gli occhi e pensare con un minimo di applicazione a un luogo determinato, perchè quasi istantaneamente tutti i particolari della camera,la posizione delle porte e delle finestre,la disposizione dei mobili, mi ritornino in mente, perchè più precisamente ancora, io provi la sensazione quasi di fisica di essere di nuovo disteso in quella camera"
Ciò che scrive l’autore rispecchia quasi completamente ciò che io provo stando nel mio letto nella camera della città dove studio. Chiudendo gli occhi riesco perfettamente a ricordare ogni minimo particolare di qualsiasi oggetto della mia stanza nella città in cui sono cresciuta,Potenza; quasi fino a provare la sensazione di essere lì fisicamente.
Ricordo ogni minimo oggetto nella precisa posizione in cui si trova, ma lo ricordo proprio perchè ad ogni oggetto è associato parte del mio vissuto. Anche la più banale delle cianfrusaglie ha qualcosa da raccontare. Quella camera riesci talmente a sentirla, a immaginarla che non appena apri gli occhi quasi ci si sente spaesati in quella stanza, che non è tua, ma non perchè sia in affitto ma perchè hai pochi ricordi di essa.
"Lo spazio risuscitato della camera basta a ravvivare, a far rivivere,a riportare a galla i ricordi più fuggevoli e insignificanti così come i più essenziali.
La sola certezza cenestetica del mio corpo nel letto, la sola certezza topografica del letto nella camera, riattiva la mia memoria, le dà un’acutezza, una precisione che altrimenti non ha quasi mai.
(...)..il solo fatto di sapere...che il muro era alla mia destra, la porta di lato a sinistra, la finestra di fronte, fa sorgere istantaneamente e alla rinfusa un fiume di particolari la cui vivacità mi lascia esterrefatto.."
Proprio da questo confronto che distingue la camera dove sono cresciuta
e la camera nella città dove studio, e continuando coerentemente con la prima esercitazione a pensare che spazio pieno e spazio vuoto non siano differenziati ma che ci sia un unico spazio che può riempirsi e svuotarsi; ho pensato
di fotografare all’interno della mia camera di Roma qualsiasi oggetto che mi dia
una sensazione piena di quella stanza proprio perchè a essi è associato un ricordo, parte della mia vita, del mio passato: delle foto, dei libri, dei peluches, ecc : oggetti che dalla mia stanza dove sono vissuta sono approdati con me in questa stanza in affitto, con la precisa funzione di far sentire me stessa meno vuota lontano da casa e di ricostruire quasi quella stanza.
Per riconoscere gli oggetti a me cari lascerò gli scatti di questi a colori.
Viceversa scatterò foto ad oggetti che invece non mi danno una sensazione
di pienezza perchè non fanno parte di alcun episodio della mia vita, di alcuna esperienza se non quella di utilizzarli per la funzione che hanno: una lampada,
un attaccapani, un cuscino, un portapenne, un orologio, ecc..
Tali scatti saranno in bianco e nero.
Tutti gli scatti avranno uno sfondo neutro, saranno perciò decontestualizzati.
Ciò che rende realmente e fisicamente pieno uno spazio è cio che riesci
a raccontare di quello spazio stesso.






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